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lunedì 19 settembre 2011

3 settembre

"E’ strano come le persone decidano improvvisamente di andarsene. Decidono, così, come quando devono scegliere se bere caffè ristretto o cappuccino. Ma io non sono la persona giusta da abbandonare, una volta che mi abbandoni, non torni."

Ore 16:05 del 3 settembre.
Le prime gocce iniziano a scendere lungo le finestre, come lacrime di un volto invisibile.
Quelle nuvole colorano il cielo del loro colore plumbeo da giorni, dalla prima notte di settembre.

Insonnia, occhi spalancati, una canzone nella mente. Un assolo interminabile, il buio più profondo avvolge la mia stanza.

Chump.


Quella notte è iniziato settembre.
Settembre... un mese che ho sempre trovato particolare.
Pone la fine all'estate. Al sole caldo, all'aria afosa,

1973.
Che è successo in quell'anno?
Nulla.
Ecco perché lo ricordo con tenerezza.

No, non è nato nessuno dei miei miti.
Non ero nata nemmeno io. Non era nato nessuno che conosco.

Una canzone risentita alla radio, le ultime due frasi.
Non l'avevo mai ascoltata.
James Blunt. Uaao.


La pioggia è scesa ancora più velocemente, come se stesse cercando un posto in cui nascondersi.
Ma non lo trovava, continuava a picchiare i vetri, disperata, in cerca di una casa che le era stata rubata dal vento, dalle nuvole, dal tempo.
Risiedeva nel cielo, fuggiva dalla sua vita.

E allora ho guardato una gocciolina rimasta appesa a metà vetro, come per magia.
Non scendeva giù. Si muoveva, forse, lentamente.


Il mio problema è sempre stato la paura. Avevo paura di tutto.
E per paura non intendo camminare al buio o vedere insetti, no, la mia paura era quella di sbagliare. Di sembrare sbagliata.
Avevo paura che, anche solo con una parola, potessi sembrare la persona che non sono. Potessi apparire ridicola agli occhi degli altri.


Ed è sempre stato così. Me ne sono resa conto fissando la pioggia scendere.


Un giorno, l'ultimo giorno della seconda media, mi sono avvicinata a una mia vecchia amica per abbracciarla. E lei aveva respinto il mio abbraccio.
E' stato da quel giorno che ho davvero iniziato a preoccuparmi sempre di più.
In terza media e all'inizio della prima superiore non parlavo con nessuno.
Ridevo con una o due amiche, ma ero sempre chiusa dentro di me.

A novembre, nel 2010, è cambiato tutto.
Perché a novembre?
Boh.

Ma non ero più sicura di me, no. Volevo cambiare per piacere a qualcuno. Volevo essere più forte.

Risultato? Ho peggiorato la situazione.
Fingevo di essere felice. E gli altri non si accorgevano di nulla.

E io, proprio come quella gocciolina, lontana dal mondo, volevo nascondermi.


Da quando ho iniziato ad ascoltare i Green Day, sono cambiata senza accorgermene.
Ora parlo, parlo sempre, mi "ribello" appena posso. E' come se in me, tutta la debolezza e la paura di prima, se ne fossero andate.
E' ovvio, un pizzico mi rimarrà sempre dentro.

Perché, guardando quella goccia attaccata alla finestra, ho pensato a tutto questo?
Perché tra mille gocce, quella mi ha fatto posare un'occhio sul vetro. Perché sono sempre stata quella strana, diversa da tutti, lo sarò per sempre.

Ma lo sarò con più fiducia. Mi fiderò più di me. Non avrò paura come prima, questo no.



Sì, questa è la prima pioggia di settembre, che lascia il suolo bagnato anche se passano giorni.
E' la pioggia di settembre, che cola sui vetri del treno e ti fa nascondere in una sciarpa.
E' la pioggia che ti fa venir malinconia. Che ti fa iniziare un mondo nuovo. Un nuovo anno, una nuova vita più o meno.
Non sono pronta. Non ce la farò a tornare a scuola. Non riuscirò a rivedere tute quelle persone. LORO non riusciranno a vedere la nuova "me".
So che moltissimi mi volteranno le spalle, moltissimi mi odieranno, moltissimi invece smetteranno di frequentarmi.

Molti mi hanno già abbandonato. Ma quando qualcuno abbandona me, grazie al mio carattere del cazzo, nulla torna come prima. Nulla torna con un sorriso sulle labbra. Io non mi dimentico mai nulla.
Ecco il motivo della frase sopra. Trovata in un giorno di noia su tumblr, credo sia una delle poche che mi comprende davvero.


Quest'anno cambieranno molte cose. Molte persone se ne andranno. Ma ci saranno anche molte persone che mi accetteranno per quello che sono. Ed è questo l'importante: essere accettata per quello che sei.

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